Cattive Compagnie

Registrato d’istinto, di stomaco, quasi improvvisato.
Due settimane di idee rabbiose, di suoni, di piccole intuizioni e di errori madornali. Veloce, rapido, intenso, e quell’ultima domenica quasi non ci accorgevamo che tutta quella scarica di idee alla rinfusa era diventata un disco.
CATTIVE COMPAGNIE è un release di otto pezzi che risente tantissimo delle esperienze americane. Un suono grezzo senza mezze misure. Una canzone d’autore tagliente e con tante venature rock.
Le ritmiche sono tutte incise dal vivo, e nessun musicista (a parte me) ha mai saputo cosa avrebbe dovuto suonare prima di entrare in studio.
E’ un disco pensato per essere suonato dal vivo. E’ un disco che esiste in funzione del palco, del rapporto con le persone.
E’ un disco che fa risuonare il ricordo del rumore della puntina sui 33 giri, o del “clack” del mangianastri. Che ci ricorda un tempo in cui non si saturava tutto il suono e non lo si comprimeva fino a farlo esplodere.
E’ un disco che va a colpire lo stomaco, che parla della violenza, nel bene e nel male, del rapporto tra due persone. E’ un disco che va a pungere dove forse, troppo spesso, cerchiamo solo protezione.
CATTIVE COMPAGNIE parla di amore, di violenza di vendetta. Di persone che si amano e si fanno male. Di storie sbagliate, sbagliatissime. CATTIVE COMPAGNIE è il tempo in cui viviamo, è il contrasto, è il misto di agorafobia e claustrofobia che troviamo nell’amore e nell’odio per la persona che ci sta accanto.