“Il mio più grande amore”: videoclip del cantante Damiano Fedele sulle emozioni viscerali e profonde
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22 Maggio 2018Jacopo Belli e l’Orlando furioso hanno una sicuramente una cosa in comune: la luna.
Infatti, il cantante non deve andare sul satellite per recuperare il senno: in contrapposizione, il viaggio dalla soffitta alla luna (titolo dell’abum d’esordio) rappresenta la tensione verso una libertà espressiva, svincolata dalla cirscosrizione di quattro mura, tendente allo spazio, all’aria aperta “en plein air”.
Inoltre, non è esattamente un cavaliere dell’amor cortese, ma la sua opera musicale nasce senz’altro da una passione: quella teatrale.
Molti brani emergono dalla sua esperienza con il teatro; ad esempio “dritto al cuore” prende il nome da un festival da lui organizzato nel 2016, insieme alla collega Elena Vannucci, con la quale ha fondato l’anno precedente una compagnia teatrale “Teatro di natura” .
Infine, il contesto moderno in cui Jacopo Belli ha inciso i suoi pezzi non è certo quello dello scontro tra cristiani e saraceni, bensì, e in qualche modo le vicende occidente-oriente s’intrecciano sempre nel corso della storia, quello dell’Italia quale bacino d’ondata migratoria.
Liberazione espressiva ma anche liberazione dai pregiudzi, possibilità di andare in direzione di una società paritaria senza affanni, sulla base del buonsenso e dell’etica dell’accoglienza.
La chitarra intreccia queste tematiche a cuore del cantautore, terminando proprio con tre brani strumentali, che accompagnano l’ascoltatore sulla luna.
Buona musica! (cit. Jacopo Belli)